Publisher's Synopsis
Sappiamo che anche la Terra è un astro del Cielo, ma tale contemplazione non tarda a lasciare in noi un certo sentimento di vaga melanconia, perchè ci crediamo stranieri a questi mondi dove regna un'apparente solitudine, e che non possono far nascere l'impressione immediata per la quale la vita ci lega alla Terra. Essi si librano là in alto quali soggiorni inaccessibili, e percorrono lungi da noi il ciclo dei loro destini ignoti. Essi attraggono i nostri pensieri come un abisso, ma ci nascondono il loro enigma indecifrabile. Contemplatori oscuri di un universo così grande e così misterioso, sentiamo in noi il bisogno di popolare quelle isole celesti, e, su quelle plaghe disperatamente deserte e silenziose, cerchiamo sguardi che rispondano ai nostri. Doveva essere riservato all'Astronomia del XIX secolo di dare corpo alle vaghe aspirazioni dei filosofi del passato, e di rispondere alla felice divinazione dei Pitagora, degli Anassagora, dei Senofonte, dei Lucrezio, dei Plutarco, degli Origene, dei Cusa, dei Bruno, dei Galileo, dei Keplero, dei Montaigne, dei Cyrano, dei Kircher, dei Fontenelle, degli Huygens, di tutti questi pensatori i quali, nei tempi passati, ed in grado diverso, si sono elevati nell'alta contemplazione della Verità. A questi nomi illustri dovevano aggiungersi nel secolo XVIII quelli dei filosofi della natura: Buffon, Kant, Voltaire, Bailly, d'Alembert, Herschel, Lalande, Laplace. E' all'Astronomia della nostra epoca che era riservato di coronare il lento e grandioso edificio dei secoli, con la dottrina sublime della Pluralità dei Mondi, la quale diffonde nell'infinito gli splendori della vita e del pensiero, e dà uno scopo razionale all'esistenza dell'Universo. È venuto il momento di fare un viaggio astronomico su tutti quei mondi extraterrestri.